La convergenza tra IT e OT è un passaggio strategico per le aziende industriali, chiamate a gestire infrastrutture sempre più interconnesse e complesse. Oltre all’aspetto tecnologico, questa evoluzione ridefinisce ruoli, processi e priorità di sicurezza, integrando due mondi storicamente separati. Questo articolo analizza sfide e best practice per un’integrazione efficace, finalizzata a resilienza, governance e conformità.

Introduzione

Nel contesto della trasformazione digitale, il settore industriale coglie opportunità per accrescere efficienza, continuità operativa e resilienza.

La convergenza tra Information Technology (IT) e Operational Technology (OT) segna un cambio di paradigma, offrendo processi più efficienti, visibilità in tempo reale e accelerazione dell’innovazione. Tuttavia, l’abbattimento delle barriere tra sistemi separati impone nuove sfide di sicurezza, che richiedono un approccio integrato e consapevole per salvaguardare continuità e valore aziendale.

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Convergenza IT-OT: alleanza o conflitto?

La convergenza tra Information Technology (IT) e Operational Technology (OT) è spesso descritta come un’evoluzione naturale della trasformazione digitale industriale. Ma cosa accade realmente quando due mondi, con valori, priorità e linguaggi diversi, iniziano a condividere lo stesso spazio operativo?

Non si tratta semplicemente di collegare sensori o integrare macchinari in rete. La convergenza IT-OT è un percorso che richiede un equilibrio costante tra velocità e stabilità, tra il controllo dei dati e la continuità dei processi, tra le esigenze di sicurezza digitale e la protezione fisica degli impianti e delle persone.

In AESSE Soluzioni Informatiche, riteniamo che il vero valore della convergenza IT-OT non risieda soltanto nella componente tecnologica, ma si fondi su un cambiamento culturale e strategico. Si tratta di ripensare ruoli, processi e responsabilità per costruire un’industria più resiliente, consapevole e competitiva, in grado di affrontare le sfide della complessità senza comprometterne la continuità e la sicurezza.

Due mondi, priorità diverse: IT e OT a confronto

Per comprendere appieno le sfide della convergenza IT-OT, è necessario riconoscere le differenze che hanno storicamente caratterizzato questi due ambiti.

L’Information Technology (IT) si fonda sulla protezione della Confidenzialità, Integrità e Disponibilità dei dati, la cosiddetta triade CID, gestendo l’infrastruttura digitale che sostiene la pianificazione, la gestione dei flussi informativi e la continuità dei servizi aziendali.

L’obiettivo principale è garantire che i dati siano affidabili, disponibili quando necessario e protetti da accessi non autorizzati.

L’Operational Technology (OT), invece, ha come priorità la continuità operativa, l’affidabilità dei processi industriali e la sicurezza fisica degli impianti. L’efficienza produttiva e la protezione degli operatori rappresentano elementi imprescindibili, con una particolare attenzione alla stabilità dei processi e alla riduzione dei fermi macchina, che possono avere un impatto immediato sulla produzione e sulla sicurezza delle persone.

Con l’introduzione di tecnologie abilitanti come Industrial IoT, Edge Computing e l’evoluzione verso i paradigmi Industria 4.0 e 5.0, questi due ambiti stanno progressivamente convergendo. La possibilità di raccogliere e analizzare in tempo reale i dati di campo abilita processi più intelligenti e reattivi, migliorando l’efficienza e la capacità decisionale.

Tuttavia, questa integrazione espone le infrastrutture a nuove superfici di attacco, con minacce sempre più sofisticate come ransomware, attacchi alla Supply Chain e Advanced Persistent Threats (APT), che possono compromettere sia la sicurezza dei dati sia la continuità operativa.

Integrare IT e OT significa costruire un ecosistema sinergico, in cui i dati operativi alimentano le decisioni strategiche, mentre la governance IT protegge e ottimizza l’intero ciclo produttivo.

L’obiettivo non è la predominanza di un dominio sull’altro, ma la creazione di un’alleanza solida, capace di generare valore lungo tutta la catena del valore, trasformando le differenze in un’opportunità per costruire un’industria più resiliente, sicura e competitiva.

Gestire la complessità dell’integrazione

La convergenza IT-OT non si limita all’interconnessione tecnica tra dispositivi e sistemi. Richiede una gestione consapevole della complessità che emerge dall’integrazione di reti, infrastrutture, dati e processi, in un contesto in cui la rapidità delle informazioni provenienti dal campo deve dialogare con le esigenze di sicurezza, governance e continuità operativa proprie degli ambienti IT.

Nei contesti produttivi, i dati generati dai sistemi OT, frequenti, granulari e in tempo reale, devono integrarsi con le architetture IT che governano pianificazione e analisi dei processi aziendali, garantendo al tempo stesso visibilità completa, protezione delle informazioni e sicurezza dei sistemi critici. Questo passaggio non è privo di rischi: la connessione di dispositivi OT, spesso caratterizzati da sistemi legacy e cicli di vita lunghi, amplia la superficie di attacco e introduce vulnerabilità difficili da gestire con gli strumenti tradizionali.

Per questo motivo, la convergenza IT-OT impone di ripensare le architetture di rete, introducendo segmentazione, monitoraggio continuo e controllo degli accessi, senza compromettere la stabilità e l’affidabilità dei processi produttivi. La segmentazione delle reti tra zone IT e OT consente di limitare la propagazione di potenziali attacchi, riducendo i rischi di interruzione operativa. Allo stesso tempo, il monitoraggio in tempo reale delle reti OT permette di identificare tempestivamente anomalie e minacce, garantendo risposte rapide e mirate in caso di incidente.

Superare una visione puramente tecnologica è fondamentale: è necessario sviluppare una governance integrata che coinvolga tutte le funzioni aziendali, definisca ruoli e responsabilità chiare e favorisca l’adozione di un linguaggio comune tra reparti che tradizionalmente operano su piani separati. Solo attraverso un approccio strutturato e condiviso è possibile gestire la convergenza in modo ordinato, trasformando la complessità in un vantaggio competitivo per l’impresa.

Standard e compliance: il pilastro per una convergenza sicura tra IT e OT

Affrontare la convergenza tra IT e OT richiede non solo soluzioni tecnologiche avanzate, ma anche l’adozione di normative e standard internazionali in grado di fornire un quadro strutturato, sostenibile e orientato al rischio per la gestione della sicurezza, soprattutto in contesti industriali complessi e interconnessi.

L’adozione di questi riferimenti non è un mero adempimento normativo, ma un acceleratore di maturità organizzativa e di fiducia lungo tutta la filiera.

  • Direttiva NIS2

    La Direttiva NIS2 segna un passo avanti decisivo verso una maggiore resilienza delle infrastrutture critiche europee. Al centro vi è il principio di prevenzione, che promuove la security by design nella progettazione di sistemi e processi industriali. Questo approccio è particolarmente rilevante per gli ambienti legacy non aggiornabili, dove la sicurezza viene rafforzata attraverso il controllo degli accessi, la gestione continua delle vulnerabilità e l’implementazione di patch virtuali per mitigare gli exploit noti, tutelando la continuità operativa.

  • ISO/IEC 27001

    Riconosciuto a livello globale, questo standard guida la gestione sistematica della sicurezza delle informazioni, promuovendo un approccio integrato e basato sul rischio per la protezione dei dati aziendali. La sua adozione consente di allineare la gestione della sicurezza IT alle best practice internazionali, facilitando audit, continuità operativa e protezione degli asset critici.

  • IEC 62443: lo standard di riferimento per la resilienza OT

    Lo standard ISA/IEC 62443 rappresenta il riferimento per la cybersecurity nei sistemi OT e l’equivalente industriale della ISO/IEC 27001 per la sicurezza delle informazioni, fornendo un framework completo per proteggere sistemi ICS (Industrial Control Systems) e SCADA dalle minacce informatiche più sofisticate.

    L’IEC 62443 si distingue per la capacità di armonizzare le priorità di sicurezza di entrambi i mondi: tutela riservatezza, integrità e disponibilità dei dati (priorità dell’IT) e garantisce continuità operativa e sicurezza degli impianti e delle persone (priorità dell’OT).

    Tra i principi chiave dello standard:

    • Security by Design, per inserire la sicurezza già nella fase di progettazione dei sistemi.
    • Definizione dei Security Levels, per calibrare le misure di protezione in base alle minacce specifiche.
    • Segmentazione delle reti in zone e condotti, riducendo la superficie di attacco e limitando la propagazione degli incidenti.
    • Controllo degli accessi e gestione delle identità, elemento essenziale tanto per i sistemi IT quanto per i dispositivi OT.
    • Monitoraggio continuo e gestione delle vulnerabilità, garantendo una postura di sicurezza costante anche in presenza di sistemi legacy.
    • Gestione del ciclo di vita della sicurezza, che assicura la protezione degli asset in tutte le fasi, dalla progettazione fino alla dismissione, mantenendo aggiornate le misure di sicurezza.
    • Controllo delle configurazioni e delle modifiche, per garantire la coerenza degli ambienti IT e OT, prevenendo l’introduzione di vulnerabilità accidentali o deliberate.
    • Formazione e sensibilizzazione del personale, indispensabile per costruire una cultura condivisa della sicurezza e ridurre i rischi legati agli errori umani.
    • Pianificazione e gestione della risposta agli incidenti, con piani specifici per ambienti IT e OT, che consentono di limitare l’impatto degli eventi e garantire il rapido ripristino delle operazioni critiche.

    L’adozione integrata dello standard IEC 62443, in sinergia con ISO/IEC 27001 e la Direttiva NIS2, consente alle organizzazioni industriali di intraprendere un percorso di convergenza ordinato, graduale e basato sul rischio, proteggendo l’innovazione tecnologica senza compromettere la stabilità produttiva e costruendo un ecosistema industriale più resiliente, conforme e competitivo.

    5 pilastri per una convergenza IT-OT sicura

    In uno scenario industriale sempre più interconnesso e data-driven, la convergenza tra Information Technology (IT) e Operational Technology (OT) deve poggiare su pilastri solidi per garantire continuità operativa, protezione degli asset critici e sicurezza delle persone.

    1. Scalabilità architetturale: Le infrastrutture OT comprendono migliaia di dispositivi distribuiti su impianti complessi. La scalabilità delle reti e dei sistemi è un requisito preliminare per garantire visibilità granulare, reattività in tempo reale e capacità di integrazione con le architetture IT, evitando colli di bottiglia che comprometterebbero resilienza e performance.
    2. Visibilità degli asset IT e OT:. La convergenza non può prescindere da un inventario completo e dinamico degli asset IT e OT. Sapere cosa è connesso, dove si trova e quale ruolo svolge consente di applicare policy di sicurezza contestuali e di limitare la superficie di attacco, creando le condizioni per un controllo puntuale delle comunicazioni tra sistemi eterogenei.
    3. Gestione del ciclo di vita tecnologico: L’integrazione richiede di gestire l’eterogeneità dei cicli di vita: mentre gli ambienti IT seguono aggiornamenti rapidi, gli asset OT operano spesso con software legacy e finestre di manutenzione ridotte. L’adozione di patch virtuali, tecniche di segmentazione e soluzioni di mitigazione mirate consente di elevare il livello di sicurezza senza compromettere la continuità produttiva.
    4. Protezione dei dati e controllo degli accessi: In ambienti interconnessi, la sicurezza dei dati è un requisito imprescindibile. La crittografia end-to-end, l’autenticazione multifattoriale e il controllo granulare degli accessi sono strumenti essenziali per prevenire intrusioni, manomissioni e fughe di informazioni sensibili.
    5. Integrazione e armonizzazione dei flussi dati IT-OT: I dati OT, caratterizzati da frequenza elevata e granularità, devono dialogare con i flussi dati IT complessi in modo sicuro e coerente. L’integrazione deve garantire coerenza, velocità e sicurezza, abilitando un utilizzo intelligente dei dati per ottimizzare processi, supply chain e manutenzione predittiva.

    I benefici di un’integrazione sicura

    Una convergenza gestita con visione strategica produce benefici che vanno oltre la tecnologia:

    • Efficienza operativa: L’interconnessione consente una produzione più flessibile, capace di adattarsi in tempo reale alla domanda di mercato grazie all’integrazione dei dati provenienti da sistemi IT (come vendite, logistica e pianificazione).
    • Ottimizzazione della Supply Chain: La condivisione in tempo reale delle informazioni OT migliora la visibilità sui processi produttivi, consentendo una gestione proattiva delle risorse, una riduzione degli sprechi e un miglior coordinamento tra reparti e fornitori.
    • Connettività avanzata: L’adozione di architetture sicure e interoperabili supporta l’evoluzione verso ambienti industriali intelligenti, basati su IoT, Edge Computing e tecnologie cloud, garantendo scalabilità e innovazione continua.
    • Resilienza complessiva: La combinazione di governance integrata, monitoraggio continuo e risposta rapida agli incidenti rafforza la capacità di affrontare imprevisti senza compromettere operatività o sicurezza.
    • Reputazione e fiducia: Implementare una Cybersecurity Industriale credibile e trasparente aumenta la fiducia di clienti, partner e stakeholder, rafforzando la posizione competitiva sul mercato.

    Verso un futuro industriale sicuro e interconnesso

    La convergenza IT-OT non è quindi una destinazione, ma un percorso di evoluzione continua. Solo un approccio integrato, guidato da competenze specialistiche, tecnologie adeguate e governance strutturata, può garantire una cybersecurity industriale all’altezza delle sfide odierne in grado di per costruire un futuro industriale più intelligente, resiliente e sicuro.

    Attraverso una visione integrata, l’adozione di standard riconosciuti e una cultura della sicurezza condivisa, è possibile proteggere l’innovazione e garantire continuità e competitività in un contesto sempre più connesso.

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